Riceviamo e pubblichiamo dai compagni dell'Associazione "Per la Sinistra" di Pistoia.
Per leggere il Manifesto-Appello unitario di "Sinistra e Libertà per Livorno", cliccate qui.
Dal Coordinamento dell'Associazione per la Sinistra di Pistoia
Alle personalità nazionali della Sinistra nuova da ricostruire.
Alle Associazioni locali della Sinistra, in Toscana e in tutta Italia.
Un Partito per la Sinistra del futuro
Vorremmo che giungesse, a tutti coloro che leggeranno il documento, la nostra concreta, forte, urgente richiesta di costituire ora, in tempi brevi, una forza politica organizzata, stabile, riconoscibile, che interpreti la volontà di esistere e di agire politicamente della sinistra che guarda al futuro.
Sappiamo di non essere soli ad esprimere questa urgenza: variamente collocati nella geografia del paese, altri gruppi di cittadini, messi in movimento anche dal recente confronto elettorale, sono in attesa attiva di un riferimento comune a livello nazionale, di un partito.
Siamo consapevoli anche della multiforme complessità che rende difficile questo percorso: un impianto teorico fragile, un progetto politico in gran parte da definire, un’organizzazione da costruire, risorse da trovare, incertezze e ambiguità delle aree politiche attualmente strutturate che potrebbero dar vita al progetto. Sembra davvero una missione impossibile.
Noi pensiamo tuttavia che sia questo il momento di avere coraggio e lungimiranza, di rischiare, per riempire il vuoto politico che si è creato nella sinistra italiana ormai da troppo tempo, pena la dispersione, forse definitiva, dell’energia civile e della volontà di partecipazione di quei cittadini che avvertono la pericolosa deriva della situazione politica italiana e chiedono che la sinistra, una nuova sinistra, torni a far sentire la propria voce in modo coerente e comprensibile.
E’ proprio a questi cittadini(pochi ? tanti ?), a queste persone in carne e ossa che ci si deve rivolgere, parlando la loro lingua e superando lo stallo imbarazzante a cui ha portato un confronto sfibrante, continuamente rimandato a domani, fra le forze politiche che si collocano a sinistra, peraltro sempre più residuali.
Fra pochi mesi si svolgerà il congresso del Partito Democratico, che, comunque lo si voglia interpretare, ha costituito un cambiamento strutturale del quadro politico nazionale e che cercherà di allargare il proprio consenso in ogni direzione.
Intanto una destra inguardabile sta svuotando di contenuti e di credibilità le istituzioni democratiche giocando, in modo tanto becero quanto pericolosamente efficace, la carta del populismo, della demagogia, del razzismo strisciante, accompagnata da quotidiano martellamento di un sistema di informazione malato, che non ha uguali in nessun altro paese democraticamente organizzato.
E’ ora che c’è bisogno di presentare ai cittadini altre opzioni, altre strade da percorrere, altre idee, altri volti, altri, più respirabili, modi della politica.
Crediamo si debba accettare il fatto, di portata storica, che la decadenza dei modelli politici nati dal socialismo, e più in generale dalla cultura di sinistra, non è un dato passeggero, prodotto da situazioni contingenti, ma una condizione strutturale. Il pensiero socialista e progressista ha guidato per centocinquanta anni la locomotiva della storia, in costante dialettica con un capitalismo mutante, capace di risorgere ogni volta dalle proprie crisi: la realtà sociale ed economica è profondamente cambiata a livello globale, spesso in meglio, in buona parte per le conquiste della sinistra politica.
Molti dei diritti e delle condizioni di vita che oggi, nell’area economicamente più sviluppata del mondo, consideriamo acquisiti, sono frutto di quelle conquiste, in un lungo e talvolta drammatico percorso che ha coinvolto, sotto ogni cielo, speranze e azioni di milioni di uomini e di successive generazioni, non avendo mai le classi dominanti regalato niente alle classi subalterne.
Nella realtà di oggi quella forza propulsiva si è sostanzialmente esaurita e i paradigmi teorici del socialismo e della sinistra, pur evolvendosi nel tempo, non sono più all’altezza del loro compito storico: analizzare e interpretare la realtà per cambiarla, spostandola verso più alti livelli civili, sociali, culturali, mettendo in moto e motivando giovani, donne e uomini nel loro concreto contesto di vita. Perché questo è il felice destino della sinistra: esiste quando riesce a orientare i cittadini e convincerli della bontà del cambiamento, di quanto sia vantaggioso anche per i singoli individui muoversi per e verso orizzonti collettivi più alti.
La destra, qui davvero geneticamente diversa, non ha bisogno di questo: accetta e governa l’esistente a favore delle forze e dei gruppi di interesse in quel momento più forti e aggressivi.
La consapevolezza della decadenza della capacità di convincere e di agire della sinistra(peraltro naturale in prospettiva storica) non può nascondere il fatto che le sfide su cui si è formato il pensiero progressista sono ancora tutte aperte, se pure in contesti completamente nuovi.
E’ vero: manca un pensiero forte che reinterpreti, da sinistra, la realtà del mondo e ne diriga lo sviluppo, ma non può essere questa la ragione che ci impedisce di pensare e di agire politicamente, qui e ora, a livello individuale e collettivo. Peraltro, nel '900, l'incontro e il confronto critico con altre e nuove aree culturali ha ampliato, arricchito e talvolta radicalmente innovato il nucleo storico del pensiero progressista e di sinistra. Contributi fondamentali sono venuti, vengono e verranno dalle componenti di ispirazione cristiana e religiosa di più forte connotazione sociale, dal movimento per la piena affermazione dei diritti e della differenza di genere, dai movimenti ecologisti portatori di una seria critica al modello predatore tipico dell'industrialismo sviluppista e del capitalismo selvaggio.
Per questo chiediamo, come cittadini che abitano o guardano a sinistra, un punto di riferimento certo, un partito, che non ripeta le effimere, evanescenti e liquide esperienze di questi anni, che hanno riprodotto solo divisioni, incertezza, impotenza politica e dato fiato a personalismi e tatticismi di gruppi di potere.
Non è un problema di resistenza, ma di esistenza, per contribuire, con le idee e le azioni della sinistra, a costruire il futuro. Una sinistra criticamente consapevole della forza della propria storia e delle proprie ragioni, ma finalmente non più disposta a coltivare nostalgie o illusorie rendite di posizione.
E futuro, per la sinistra, significa giustizia sociale, intesa ancora come la creazione delle condizioni perché ogni individuo eserciti il diritto(e il dovere !) di perseguire, senza ostacoli, il benessere proprio e della collettività; significa una nuova cultura del lavoro e dei lavori, dopo la rivoluzione dell’ultimo quarto di secolo; ridisegnare con coraggio la geografia dell’educazione, della formazione, dello stato sociale, garantendo universalità, qualità e compatibilità; significa aprire nuovi spazi alla creatività e alla conoscenza; liberare energie, anche economiche, in un quadro di regole e di solidarietà attiva; significa costruire una società aperta e accogliente che sa rispettare vecchi e nuovi cittadini, ma che sa anche far rispettare le regole della convivenza civile, garantendo un contesto di vita condiviso e sicuro; significa privilegiare la sobrietà e il consumo consapevole; affermare un ambientalismo scientifico e razionale(non conservatore, lamentoso ed emotivo), che abbia piena consapevolezza della necessità di camminare verso un'economia e una società sostenibile(su questa grande contraddizione tra capitale e lavoro... l'analisi della sinistra novecentesca è stata largamente inadeguata); perseguire una globalità che non sia cinico sfruttamento a tutto campo delle risorse umane e naturali, ma un’occasione di sviluppo condiviso e di scambio, di cooperazione e di ricerca di comuni obiettivi di dignità e liberazione dai bisogni; scegliere e perseguire sempre i sentieri del dialogo, del rispetto e della convivenza fra i popoli, della pace. Significa, infine, una democrazia partecipata ed orientata ai cittadini, laica nel senso alto del termine, ed una politica credibile, leggera ed eticamente sostenibile.
E' in questa prospettiva che il Coordinamento dell’Associazione per la Sinistra della provincia di Pistoia(su mandato della maggior parte degli interventi nell'assemblea svoltasi il 22 giugno 2009) rinnova la richiesta urgente di costituzione di una nuova forza politica: è necessario che le 87 personalità dell’Appello reso pubblico il 7 novembre 2008(insieme alle persone candidate nelle liste di Sinistra e Libertà alle elezioni europee) riprendano il cammino… e decidano l’apertura di una consultazione delle mille esperienze locali formatesi in tutta Italia(finora del tutto ignorate e utilizzate solo per fare la campagna elettorale). Una proposta in discussione potrebbe essere l’apertura di un "percorso costituente democratico" per la formazione di un nuovo Partito della Sinistra: cioè un percorso congressuale aperto a tutte le persone interessate, per decidere tutto, con il criterio "una testa un voto"(idealità e valori di riferimento, scelte programmatiche, Statuto, dirigenti a tutti i livelli). Un percorso di questo tipo non può essere promosso solo dai dirigenti dei soggetti politici che hanno dato vita alla lista "Sinistra e Liberta" nelle elezioni europee: insieme a loro è necessario che ci siano tante personalità di sinistra... con una grande autorevolezza etica e morale “guadagnata” nel corso della loro vita.
Inoltre, il Coordinamento dell’Associazione per la Sinistra della provincia di Pistoia propone ai propri iscritti e simpatizzanti di agire autonomamente, tramite:
1. Convocazione di un incontro/seminario locale, aperto a tutti i cittadini interessati, per dare spazio alle idee, alle proposte, al confronto;
2. Costituzione di una struttura organizzativa, definendo responsabilità e aree di intervento;
3. Acquisizione di una sede stabile, efficacemente strutturata, come spazio di incontro e di lavoro;
4. Ricerca di contatti e scambio di informazioni con altri raggruppamenti di orientamento simile attivi in Toscana, per organizzare un momento di lavoro comune;
5. Una modalità trasparente di acquisizione di risorse, tramite l'autofinanziamento, secondo regole trasparenti e condivise(un minimo e un massimo a persona) e il principio della rendicontazione pubblica di quanto si è raccolto e di come si è utilizzato.
Il Coordinamento dell'Associazione per la Sinistra della provincia di Pistoia
Pistoia, lì 2 luglio 2009
P.S. - per risposte: scrivere a aps.pistoia@gmail.com o telefonare a Giuliano 334 7604779