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mercoledì 10 giugno 2009

RICOMINCIAMO: estratto di articoli da La Repubblica - Bari

In marcia l' esercito di Nichi

Il personaggio Bertinotti e la guerra a sinistra: abbiamo sprecato il 6% di voti

UMBERTO ROSSO, ROMA - Meglio il «cantiere» della sinistra, come propone ora Nichi Vendola? Oppure un «polo» con tutte le forze antagoniste al Pd, come piacerebbe a Paolo Ferrero? Dietro le formule si nascondono progetti molto diversi l' uno dall' altro ma la lezione del 6 e 7 giugno forse potrebbe disinnescare qualcosa nella guerra dentro la sinistra radicale. Si rimettono in moto esili canali di dialogo, alimentati soprattutto dagli ex bertinottiani rimasti con Ferrero. Ci spera soprattutto proprio Fausto Bertinotti, che in campagna elettorale ha invano indossato i panni del pontiere in nome dell' unità, e molto amareggiato adesso di fronte ad un esito che aveva largamente previsto: zero europarlamentari, a dispetto di una ripresa della sinistra che (sommata insieme) torna a viaggiare sul sei e mezzo. E la lettura del voto, ha confidato l' ex presidente della Camera, conferma che una strada per il rilancio si è aperta. Il Pd perde molti voti, si schiude la possibilità di un rimescolamento delle carte politiche,e il dissenso ha preso la via dell' Idv solo per mancanza di alternative. Intanto, un milione di voti perduti dall' Arcobaleno l' anno scorso, è tornato a casa (diviso fra Sl e Prc, che in tutto ne incassano due milioni). Ma è tutt' altro che scontata la strategia per utilizzare il ritrovato tesoretto elettorale. La prima offerta, quasi a sorpresa, arriva giusto dal Pd. L' ha lanciata il capogruppo Antonello Soro, «torniamo al confronto, per verificare nei prossimi mesi se è possibile sottoscrivere un programma comune di governo». Un invito circoscritto ai soli vendoliani però, «il partito di Ferrero è troppo chiuso». Proposta rilanciata oggi, sulla prima pagina dell' Altro, con una lettera aperta a Vendola firmata da Giovanna Melandri: «Riprendiamo a parlarci, da subito». Il partito di Franceschini insomma tende ufficialmente la mano. Il governatore della Puglia prepara a stretto giro la risposta, e non sbatterà la porta. Per Vendola in queste elezioni hanno perso in tre, «il bipolarismo, Berlusconi e il Pd», ma con i democratici l' idea è di lanciare un confrontoscontro, «una sfida aperta, senza rinchiudersi in un ghetto identitario». Un siluro alla Lista dei comunisti di Ferrero e Diliberto. Il segretario di Rifondazione mette in pista infatti un progetto unitario in altra chiave, chiama a raccolta «a partire da coloro che hanno dato vita alla lista anticapitalistae comunista, tutte le forze disponibili a costruire un polo di sinistra, autonomo dal centrosinistra». Dove, appunto, emergono i concetti di fedeltà al comunismo e lo scontro col Pd. «Il nostro progetto di unità dei comunisti - avverte Claudio Grassi, ago della bilancia nel Prc - non cambia». Però, mentre da un lato arrivano le offerte di dialogo di Franceschini, dall' altro Sinistrae libertà rischia di perdere già qualche pezzo per strada. La sirena Pannella, forte del risultato incassato, si fa sentire sui socialisti e anche sui verdi presenti nel cartello vendoliano. La proposta è di costruire insieme un nuovo polo laico e ambientalista. Il leader del Ps Nencini non pare del tutto insensibile all' idea, e comincia ad avvertire Sl: sbagliato aprire un cantiere per mettere insieme tutto ciò che si muove a sinistra del Pd, «Sinistra e libertà è e deve restare un polo riformista».

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