Il referendum sulla legge elettorale, col pretesto di cancellare quella precedente (denominata “una porcata” dal suo ideatore, l'ex ministro della Lega Nord Calderoli), in realtà la raddoppia, peggiorando, se vincessero i promotori, la delicata situazione della democrazia nel nostro paese.
Nella provincia di Taranto il 21 e il 22 giugno si svolgeranno i ballottaggi, il secondo turno delle amministrative: il modo migliore per manifestare la propria contrarietà al referendum “porcata”, sostenendo nella sua "volata finale" il candidato della coalizione del CentroSinistra, è quello di accettare la sola scheda delle elezioni provinciali (e votare GIANNI FLORIDO), per non far scattare il quorum.
Ma perchè?
I quesiti referendari proposti lasciano intatta l’abolizione delle preferenze: non si risolve il problema delle liste bloccate dei candidati, che continuerebbero ad essere imposte dall’alto dalle segreterie dei partiti senza possibilità per i cittadini di esprimere preferenze. Riguardano, invece, il premio di maggioranza e propongono di consentire ad una minoranza di governare il Paese, stabilendo che la lista che ottiene più voti di tutte le altre conquisti la maggioranza assoluta della Camera. In via di principio se un partito ottiene il 10 % e tutti gli altri percentuali al di sotto di quella cifra, a quel partito sarebbe consegnata la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento. Sostanzialmente si ripropone, in peggio, il principio della legge Acerbo del 1923, voluta da Mussolini per assicurarsi la vittoria elettorale, ma con una differenza fondamentale: mentre la legge fascista prevedeva almeno la soglia minima di voti del 25% per aggiudicarsi il premio di maggioranza, il testo del referendum non prevede alcun limite inferiore. Perfino una legge fascista, insomma, era meno anti-democratica di questa! Se la legge attuale è stata giustamente definita una porcata, quella che uscirebbe fuori da un referendum vittorioso sarebbe una "doppia porcata"!
Attraverso marchingegni elettorali si vogliono rendere inutili i voti di milioni di cittadini.
È in gioco la libertà di scelta dell’elettore: FACCIAMO SALTARE IL QUORUM, PER LA DEMOCRAZIA DEL NOSTRO PAESE!
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