In marcia l' esercito di Nichi
Repubblica — 09 giugno 2009 pagina 5 sezione: BARI
RICOMINCIAMO. Lo dice Nichi Vendola, che dopo avere incassato da queste parti «un' affermazione straordinaria» pari al 7 per cento dei consensi, non ha dubbi: «Questo è l' inizio di un bel cammino». Sinistra e libertà, il movimento fondato dal rivoluzionario gentile solo qualche settimana prima dell' apertura delle urne e alla fine della guerra fratricida all' interno di Rifondazione comunista, viaggia con le vele al vento. E permette a Nichita il Rosso d' ipotecare la candidatura alla presidenza della Regione nel 2010. Non è, questa, un' ipotesi del terzo tipo. Non lo è più, almeno. Prima di ieri, non tutti fra i progressisti davano per scontato il ritorno di Vendola sullo scranno più prestigioso di lungomare Nazario Sauro. La performance di Sl nel tacco d' Italia però, è come se mettesse a tacere gli uccelli del malaugurio. Fanno un respiro di sollievo compagni come Nicola Fratoianni, già segretario di Rifondazione comunista e adesso una delle eminenze grigie di Sinistra e libertà: «Vendola è insostituibile». Va per le spicce l' assessore pugliese all' Ambiente Michele Losappio: «I dati elettorali dimostrano che c' è simpatia e affetto nei confronti di Vendola». Sl canta e suona da sola? Macché. In queste ore il messaggio più incoraggiante nonché significativo, arriva dal Partito democratico. Giovanna Melandri, non lontana dalle posizioni politiche predicate da D' Alema, deus ex machina dei riformisti made in Puglia, da Roma si affretta a spiegare: «Caro Nichi, allestiamo assieme un nuovo cantiere nel Pd. Il tuo buon risultato sancisce finalmente la nascita di una sinistra critica che si misura con la fatica quotidiana del governo. Il cantiere nell' ambito del Pd, deve essere necessariamente aperto a tutte quelle forze che sono alternative a Berlusconi e che vogliono costruire qualcosa di diverso per l' Italia. Perciò» insiste la Melandri «mettiamoci a lavorare insieme». Il primo che aveva parlato di cantiere era stato proprio Vendola, tutt' altro che tenero tuttavia nei confronti dei Democratici. Il governatore considera il partito di Dario Franceschini uno dei tre sconfitti di questa competizione, con Silvio Berlusconi e il bipolarismo. Perché? «Il Pd ha perso moltissimi voti, soprattutto al Sud. E' , secondo me, la sconfitta della vaghezza di chi crede di poter riempire il vuoto a sinistra, ma è innanzi tutto strutturalmente impossibilitato a farlo». Vendola piuttosto pensa al 10 per cento chei comunisti avrebbero potuto conquistare se Sinistra e libertà nonché Rifondazione e Pdci avessero gareggiato con una sola maglia. Come lui stesso aveva suggerito, ma inutilmente. Questa percentuale comunque, sottolinea «quanto sia indispensabile proseguire nel nostro lavoro, chiedere di continuare a tenere in piedi questo sogno utile che è la ricostruzione di una sinistra sensata, utile, coraggiosa, destinata ad occuparsi di questioni scomode, di coniugare innovazione politica e culturale e progetti autorevoli». Il cantiere, appunto: «Una mobilitazione che significa accumulo di energie intellettuali e di passioni civili. In particolare tra le giovani generazioni, cioè tra i veri protagonisti della nostra campagna elettorale». Una campagna elettorale combattuta «a mani nude»: «Senza soldi» puntualizza Vendola. E con la discesa in campo di una sigla - quella di Sinistra e libertà - che aveva «poche settimane di rodaggio». Ecco perché quel 3,1 per cento guadagnato a livello nazionale è «importante», anche se non consente a nessuno dei seguaci vendoliani di fare capolino al parlamento europeo. Questo, nonostante tutto, non cancella per esempio lo strepitoso sprint all' ombra di san Nicola dove, guidati da Nicola Laforgia, quelli di Sinistra e libertà schizzano fino al 9 per cento: non accadeva da mai, ai comunisti. E' un buon auspicio per le regionali dell' anno prossimo? Ad aprile il capo della giunta rossa era stato chiaro: «Nel 2010 non mi tirerò indietro, questo è sicuro». Come stanno le cose, non cambia idea: «No, noi questo cantiere non lo chiuderemo».
Il personaggio Bertinotti e la guerra a sinistra: abbiamo sprecato il 6% di voti
Repubblica — 09 giugno 2009 pagina 16 sezione: POLITICA INTERNA
UMBERTO ROSSO, ROMA - Meglio il «cantiere» della sinistra, come propone ora Nichi Vendola? Oppure un «polo» con tutte le forze antagoniste al Pd, come piacerebbe a Paolo Ferrero? Dietro le formule si nascondono progetti molto diversi l' uno dall' altro ma la lezione del 6 e 7 giugno forse potrebbe disinnescare qualcosa nella guerra dentro la sinistra radicale. Si rimettono in moto esili canali di dialogo, alimentati soprattutto dagli ex bertinottiani rimasti con Ferrero. Ci spera soprattutto proprio Fausto Bertinotti, che in campagna elettorale ha invano indossato i panni del pontiere in nome dell' unità, e molto amareggiato adesso di fronte ad un esito che aveva largamente previsto: zero europarlamentari, a dispetto di una ripresa della sinistra che (sommata insieme) torna a viaggiare sul sei e mezzo. E la lettura del voto, ha confidato l' ex presidente della Camera, conferma che una strada per il rilancio si è aperta. Il Pd perde molti voti, si schiude la possibilità di un rimescolamento delle carte politiche,e il dissenso ha preso la via dell' Idv solo per mancanza di alternative. Intanto, un milione di voti perduti dall' Arcobaleno l' anno scorso, è tornato a casa (diviso fra Sl e Prc, che in tutto ne incassano due milioni). Ma è tutt' altro che scontata la strategia per utilizzare il ritrovato tesoretto elettorale. La prima offerta, quasi a sorpresa, arriva giusto dal Pd. L' ha lanciata il capogruppo Antonello Soro, «torniamo al confronto, per verificare nei prossimi mesi se è possibile sottoscrivere un programma comune di governo». Un invito circoscritto ai soli vendoliani però, «il partito di Ferrero è troppo chiuso». Proposta rilanciata oggi, sulla prima pagina dell' Altro, con una lettera aperta a Vendola firmata da Giovanna Melandri: «Riprendiamo a parlarci, da subito». Il partito di Franceschini insomma tende ufficialmente la mano. Il governatore della Puglia prepara a stretto giro la risposta, e non sbatterà la porta. Per Vendola in queste elezioni hanno perso in tre, «il bipolarismo, Berlusconi e il Pd», ma con i democratici l' idea è di lanciare un confrontoscontro, «una sfida aperta, senza rinchiudersi in un ghetto identitario». Un siluro alla Lista dei comunisti di Ferrero e Diliberto. Il segretario di Rifondazione mette in pista infatti un progetto unitario in altra chiave, chiama a raccolta «a partire da coloro che hanno dato vita alla lista anticapitalistae comunista, tutte le forze disponibili a costruire un polo di sinistra, autonomo dal centrosinistra». Dove, appunto, emergono i concetti di fedeltà al comunismo e lo scontro col Pd. «Il nostro progetto di unità dei comunisti - avverte Claudio Grassi, ago della bilancia nel Prc - non cambia». Però, mentre da un lato arrivano le offerte di dialogo di Franceschini, dall' altro Sinistrae libertà rischia di perdere già qualche pezzo per strada. La sirena Pannella, forte del risultato incassato, si fa sentire sui socialisti e anche sui verdi presenti nel cartello vendoliano. La proposta è di costruire insieme un nuovo polo laico e ambientalista. Il leader del Ps Nencini non pare del tutto insensibile all' idea, e comincia ad avvertire Sl: sbagliato aprire un cantiere per mettere insieme tutto ciò che si muove a sinistra del Pd, «Sinistra e libertà è e deve restare un polo riformista».